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Video Safari - Leopardo Vs Facocero
Leopardo Vs Facocero

 

 

 

Leopardo Vs Facocero

Leopard Vs Warthog 

 

 

 

 

 

Italiano

Incredibile battaglia per la sopravvivenza!

Se questo video mette a rischio la Vostra sensibilità, un "vero safari" non fa per voi!

Statevene a casa! A meno che non abbiate il coraggio di intervenire.

Dire che la Natura è buona o cattiva non ha senso!

 

C'è chi dice: impariamo dagli animali!

Questa è semplicemente una frase irreale usata da quegli ignoranti che, per cambiare lo stato delle cose, fanno propaganda al contrario.

Le persone che la pronunciano non sono solo chiaramente e completamente digiune di basi scientifiche, e se queste parole fossero dette intenzionalmente sarebbe un delirio, e darebbero dimostrazione, oltre a tanta ignoranza, di essere mentalmente deviati.

 

English

Incredible Battle for Survival!

If this video threatens your sensibility, a "real safari" is not for you!
Stay at home! Unless you have the courage to intervene.

Say that Nature is good or bad does not make sense!

 

There are those who say: we learn from animals!

This is simply an unreal phrase used by those ignorant that, to change the state of things, make propaganda in reverse.

People whowho pronounce it are not only clearly and completely fasting scientific bases, and if these words were said intentionally it would be a delirium, and would give the demonstration, over to so much ignorance, of being mentally diverted.

La savana africana
La savana africana
 Mara, il fiume della morte
Mara, il fiume della morte
Superstite
Superstite

 

 

 

 

Superstite

 

Survivor

Predatori della Savana
Predatori della Savana
Masai Mara, Samburu and Lake Nakuru
Masai Mara, Samburu and Lake Nakuru
Delta del fiume Okavango alle Cascate Vittoria
Delta del fiume Okavango alle Cascate Vittoria
Bracconaggio !
Bracconaggio !

 

 

 

 

Bracconaggio! 

 

Poaching!

Un rinoceronte "macellato".
Un rinoceronte "macellato".

 

 

Il bracconaggio è una delle tante “malattie” che l’Africa sub sahariana ha ereditato dal colonialismo europeo.

 

21 marzo 2016 - DAR ES SALAAM -
30 anni di galera a due Cinesi: hanno ucciso 226 elefanti in Kenya e Tanzania!
Sono cinesi i due più pericolosi bracconieri di tutti i tempi tra Kenya e Tanzania. La loro cattura è avvenuta dopo la scoperta che avrebbero ucciso ben 226 elefanti per sottrarre da loro le preziose zanne d’avorio. Ora il Tribunale di Dar Es Salaam ha emesso la sentenza: per i due criminali di nazionalità cinese, Xu Fujie, 31 anni e Huanh Jin, 51, si tratta della più pesante condanna mai emessa per questo genere di reati con la più alta cauzione per evitare le sbarre fino all'appello: 2 milioni di dollari circa. Come dire: pena esemplare, non c’è possibilità di fuga.
I due, tra l’altro, avrebbero giù cercato di corrompere gli ufficiali del Tanzania Wildlife, durante la scoperta di oltre 200 zanne d’avorio, offrendo oltre 150 mila dollari per coprire la vicenda. Uno dei due cinesi, al momento della sentenza, ha avuto un malore e si è accasciato al suolo.
Troppo morbidi i giudici tanzaniani. Costoro meriterebbero la pena di morte immediatamente esecutiva!


Ogni 15 minuti in Africa muore un elefante ucciso dai bracconieri: una strage senza precedenti. Molti degli elefanti uccisi ogni giorno in Africa vengono abbattuti nei parchi e nelle riserve naturali del Kenya. Inoltre è al porto keniota di Mombasa che affluiscono gran parte delle zanne frutto del bracconaggio negli altri stati dell’Africa orientale per essere imbarcate clandestinamente sulle navi dirette in Estremo Oriente. Il Kenya perciò è incluso nella cosiddetta “Gang degli 8” che comprende i paesi ritenuti più colpevoli dello sterminio degli elefanti: Tanzania, Uganda e appunto il Kenya, in qualità di fornitori di zanne, Cina e Thailandia, in quanto acquirenti (si stima che da sola la Cina importi il 70% dell’avorio venduto illegalmente), Malesia, Vietnam e Filippine perché tra i principali responsabili del contrabbando.
Il Kenya già sconta il fatto di non sapere e soprattutto di non voler combattere il bracconaggio nei termini di una riduzione degli introiti derivanti dal turismo, settore essenziale dell’economia nazionale, e che per l’80% si devono all'esistenza della fauna selvatica che attira ogni anno nel paese centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo. «Eliminiamo la fauna selvatica – ha dichiarato Paul Mbugua, del Kenya Wildlife Service, durante il summit sul traffico di avorio svoltosi nel marzo del 2013 in Thailandia – e ci possiamo dimenticare del turismo nel nostro paese». A dargli ragione sono le presenze in uno dei parchi nazionali più frequentati, lo Tsavo East, ridottesi nel 2012 di oltre un quarto rispetto al 2011: da 369.000 a 271.373.

Ma, il 21 settembre 2013, il Kenya ha pagato anche con un terribile tributo di sangue la propria incapacità di fermare il bracconaggio. Quel giorno, come è noto, un commando di al-Shabaab, il movimento integralista somalo legato ad al-Qaeda, ha attaccato il centro commerciale Westgate della capitale e vi si è asserragliato, resistendo all'assedio delle forze di polizia per quattro giorni durante i quali ha ucciso, stando al più recente bilancio pubblicato dalla Croce Rossa keniota, 67 persone (altre 39 risultano ancora disperse e potrebbero aggiungersi alle vittime).

Ebbene, fino al 40% del denaro con cui al-Shabaab finanzia le proprie attività terroristiche proviene proprio dal contrabbando di avorio e di corni di rinoceronte. Lo ha rivelato una indagine condotta nel 2011 dalla Maisha Consulting, un’organizzazione di esperti in protezione delle risorse naturali, e dalla Elephant Action League, un’associazione nata per contrastare lo sfruttamento degli elefanti. All’epoca, al-Shabaab ricavava da 200 a 600 mila dollari al mese dalla vendita dell’avorio, pagato ai bracconieri circa 100 dollari per coppia di zanne. Mancano dati più recenti, ma risulta che centri operativi di al-Shabaab in Kenya siano tuttora la South Kitui Game Reserve e la Kora National Reserve, nel Kenya centro-orientale.

Molti gruppi armati africani, non solo al-Shabaab, ricavano dal traffico di avorio e di parti di altri animali di che mantenersi e rifornirsi di armi e munizioni. Alcuni, come al-Shabaab, si occupano del contrabbando dei prodotti; altri praticano essi stessi il bracconaggio. Tra questi ultimi figurano il Lord’s Resistance Army - Lra, e i Janjaweed.

L'Lra (Esercito di Resistenza del Signore) è un gruppo ribelle di guerriglia di matrice cristiana nato in Uganda nel 1987 come movimento antigovernativo e dal 2005 è attivo in Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo. Le prove che si finanzi, per esplicito ordine del suo leader Joseph Kony, con il bracconaggio, sia vendendo le zanne sia scambiando direttamente l’avorio con armi e munizioni, sono contenute in un rapporto dell’associazione Enough Project. Non si stenta a crederlo considerato che l'Lra è noto come uno dei più feroci gruppi armati africani, autore di massacri, mutilazioni, stupri, rapimenti, reclutamento forzato di bambini soldato: delitti per cui Joseph Kony, che si proclama "portavoce" di Dio e medium dello Spirito Santo, nel 2005 è stato accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte penale internazionale.

Quanto ai Janjaweed (“diavoli a cavallo”), le terrificanti milizie di origine araba che il governo del Sudan ha scatenato contro le tribù stanziali africane nel Darfur a partire dal 2003 provocando una delle più drammatiche crisi umanitarie del continente africano, la loro partecipazione al traffico illegale di avorio è stata denunciata dal WWF e da altre associazioni conservazioniste. È loro la responsabilità del massacro di elefanti compiuto nei primi mesi del 2012 in Camerun. Penetrati nel nord del paese a più riprese, ne hanno uccisi da 300 a 500 esemplari. Prima, insieme ad altre milizie attive nella regione, li avevano già sterminati in Ciad e nella Repubblica Centrafricana.

“Se acquisti avorio, uccidi della gente” è lo slogan della Elephant Action League e sul sito di Maisha Consulting si legge: “Jihad africano: incomincia con il massacro di animali innocenti e finisce nel massacro di persone innocenti”. Il Kenya lo ha appena sperimentato a proprie spese.

Nel 2012, in Kenya il bracconaggio ha provocato la morte di almeno 360 elefanti (nel 2011 furono 289), mentre quasi 40 predoni sono rimasti uccisi in scontri a fuoco con le guardie dei parchi. L’aumento esponenziale delle morti di questi animali è dovuta alla crescita del mercato nero di zanne in Asia . Qui l’avorio viene utilizzato nelle medicine tradizionali o per realizzare ornamenti.

 

9 gennaio 2013 - NAIROBI -

Undici elefanti sono stati trovati uccisi e privati delle zanne all'interno del parco nazionale di Tsavo East, a sud del Kenya. La scoperta è stata fatta dai rangers del Kenya Wildlife Service. Si tratta della più crudele mattanza di pachidermi registrata nel paese negli ultimi tre decenni.

A confermare il massacro è stato ad Al Jazeera il responsabile del Programma nazionale per la difesa degli elefanti, Patrick Omondi, secondo cui era dal 1980 che non si registrava in una riserva protetta l’uccisione di un numero così elevato di elefanti in una sola battuta di caccia. “Questo è un chiaro segnale che le cose stanno peggiorando”, ha detto Omondi.

Gli animali uccisi, tra cui due cuccioli di appena due mesi, sono stati rinvenuti nel corso di una operazione di controllo sul territorio dopo una segnalazione sulla presenza di gruppi di bracconieri. I rangers hanno trovato le carcasse abbandonate a poca distanza l’una dall'altra e con evidenti le mutilazioni per il distacco delle zanne.

Una crescita del fenomeno dettata soprattutto dall'aumento del mercato nero asiatico dove l’avorio viene utilizzato nelle medicine tradizionali o negli ornamenti. A quanto pare, gli elefanti sarebbero stati uccisi a colpi di kalashnikov almeno da un gruppo composto da dieci bracconieri.

 

Ma non va dimenticata la realtà di fondo: le tribù del sub-Sahara hanno imparato a cacciare gli animali per il solo gusto di uccidere e per futili motivi, tra i quali l'avorio, dai colonialisti europei. Primi fra tutti gli inglesi, tedeschi e olandesi a seguire.

 

Oggi, oltre ai bracconieri con la pelle nera, detengono il primato di questi massacri gli americani e gli asiatici.

Molti chiedono perché i negri sono molto più feroci dei "buana" nel massacro degli animali.

Rispondo dicendovi che siete già stati ottimi osservatori. I negri, anche se armati, solitamente non affrontano un animale a viso aperto, specie se di grandi dimensioni. A meno che non crediate nelle favole, anche i guerrieri Maasai, armati di lance, cacciavano in gruppo il leone ormai vecchio e spelacchiato. Al piegarsi ai loro piedi della maestosità, fierezza e forza dell'animale, i negri vengono assaliti da un senso di onnipotenza che li guida ad essere ancora più violenti e crudeli nei confronti delle loro vittime.

Ne consegue che poi, alla vista e all'odore del sangue, sia degli animali che degli umani, costoro vengono pervasi da un senso di eccitazione che influisce sulla loro ferocia in modo esponenziale, con il risultato che i corpi o le carcasse dei caduti vengono orrendamente mutilati. In parole povere... il loro coraggio è direttamente proporzionale alla loro eccitazione che viene alimentata anche in modi diversi da quelli qui citati. Verità è che i bianchi, fin dai tempi del colonialismo, cacciano, ....i negri, da sempre, macellano!
I gialli non sono un vero e proprio capitolo a parte: a loro auguro la tradizionale pena di morte “per affettamento”, parte integrante e simbolo dell’arretratezza cinese in ogni tempo e di cui potete attingere i particolari al link Carne umana o di animali?
 

 

GODETEVI NEL VIDEO CHE SEGUE IL "GAME SAFARI" PRATICATO DAI NEGRI IN TUTTA L'AFRICA SUB-SAHARIANA.

Niggers, not humans! Negri, non esseri umani!

Costoro, "secondo natura", come oggi uccidono non solo animali, domani si mangeranno a vicenda! Speriamo avvenga presto!

La psicopatica Melissa Bachman con un amico eunuco e "asshole".
Due "assholes": la psicopatica Melissa Bachman ed un amico eunuco.

 

 

 

 

Come dicevo... "i grandi cacciatori bianchi" non hanno nulla da invidiare ai bracconieri!

 

Ma quando una donna si riduce peggio di una bestia, non credo abbia il diritto di vivere più delle sue stesse vittime!

 

 

 

 

Melissa Bachman: un essere spregevole e disgustoso.

Inginocchiata a terra, mentre sfoggia un sorriso enorme. Ai suoi piedi prima un leone, poi un coccodrillo. Nelle sue mani, un fucile. Sembra raggiante perchè solo così riesce a raggiungere l'orgasmo.

È la "cacciatrice indomabile" Melissa Bachman, una conduttrice tv americana che ha scatenato la mia rabbia e non solo, dopo essersi vantata su Facebook e Twitter delle sue prodezze mortali. Con un album intitolato "Africa 2013", Melissa Bachman ha postato le sue foto con le immagini di prede, come zebre, antilopi e leoni. Sul social dell'uccellino, invece, ha scritto: "Incredibile giornata di caccia in Sud Africa! Ho inseguito per 60 metri questo bel leone maschio ... che caccia!".

La protesta si è scatenata rapidamente. Ed è al Governo del Sud Africa che si era rivolta una petizione lanciata su "Change.org", per chiedere di vietarle l'ingresso nel Paese. Sono state ben 487.606 le persone che l'hanno firmata da tutto il mondo, ma senza alcun risultato.

La caccia non è un nuovo hobby nella vita della Bachmann, che si vanta di praticarla da quando era piccola. Possiede un vero e proprio arsenale di fucili, archi e altre armi. È tutto questo a rendere la sua presenza non solo indesiderata in casa nostra, ma anche “in assoluta contraddizione con la cultura di conservazione di cui il Sud Africa si vanta”.

Purtroppo, però, ad oggi questa pratica è del tutto legale, tanto che esistono agenzie che si occupano di offrire questo servizio ai turisti. Anche l’ex presidente del Sudafrica Nelson Mandela, premio Nobel per la pace (1993) non fece nulla.

Evidentemente, permettendo queste barbarie, non è stato solo un leader del movimento anti-apartheid, ma anche un leader dei corrotti.

Infatti, per fare un esempio, "Frikkie du Toit Safari's – Hunt with Professionals", “Africa Safari Hunting Consultants” e per la soddisfazione di tutti "Ozondjahe Hunting Safaris". Sono programmi di caccia ambientati in lussuose locations in Sud Africa, Zimbabwe, Tanzania e Namibia. Si tratta di sessioni di caccia guidate, per avere maggiori opportunità di abbattere gli animali. Informazioni dettagliate e foto di animali braccati ed uccisi sono disponibili sui loro siti.

Rincuora il fatto che dal 1 gennaio 2014 è entrato in vigore in tutto il Botswana il divieto di caccia, ma resta sempre, come ogni altro stato, a rischio bracconaggio.

"La grandezza di una nazione ed il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui i suoi animali vengono trattati." - Mahatma Gandhi

Una rappresentazione della "bestia umana".
Una rappresentazione della "bestia umana".

 

 

Ma Melissa non è sola, ha buone "compagne di merende" come Rebecca Francis e la giovane seguace Kendal Jones, l'idolo delle lesbiche!

 

Alla ricerca della nostra approvazione e della stima di sé, costoro mostrano la loro quintessenza: il completo disprezzo per la natura.

Guardatele, così fiere e sorridenti con il loro "grande fucile", sostituto ideale dei loro compagni!

Voi, signore, siete ciò che è di sbagliato in questo mondo: uccidere, consumare, distruggere senza conseguenze. Questi animali sono nati da una madre, da un padre di molti figli, e non vi avevano arrecato alcun fastidio o danno con la loro pura esistenza. Avrebbero potuto avere 10/20 anni, sopportato la siccità, la fame, tutti gli elementi della natura e meritato tutto ciò che gli si doveva. Ma sono arrivati a contatto con un gran bel fucile e senza dubbio con altri 5/6 bestie umane, oltre ad una macchina fotografica digitale, che hanno messo fine a tutto!

Spero che voi, e quelli come voi, siate orgogliosi, e quando morirete, il ricordo nei vostri ultimi momenti, sia quello di una grande rappresentazione che avete fatto di voi stessi ed il vostro contributo dato alla terra.

 

Avete ucciso non con le vostre forze o abilità, ma stando vigliaccamente dietro un riparo, spesso un mezzo di trasporto, e sparando con un fucile. È patetico! Una figura, la vostra, molto triste di esseri che non possono avere il complesso appellativo di umani, ma il più semplice di "bestie umane".

I vostri soldi, o “grandi cacciatrici e cacciatori bianchi”, le vostre buffonate di caccia, la vostra insicurezza di guardare un animale fantastico, la vostra necessità di ucciderlo invece di apprezzarlo e lasciare che viva, sono solo i tratti dei vigliacchi.

 

Molti si chiedono quanto costoro paghino per quei momenti "kodak".

Ve lo dico io: circa 9.000 dollari americani per un leone, 6.000 dollari per una leonessa, oltre al prezzo del viaggio e soggiorno. Per gli elefanti il prezzo è top secret e dipende molto dal valore delle zanne.

Se vi piace questo tipo di sport di sangue, dovete praticarlo ad armi pari, mentre voi pagate per uccidere e mettere, orgogliosi, qualche foto su un blog!

Oggi è il mio turno di parlare sul mio blog di queste cagne! con quel sorriso del cazzo su quella faccia da stronze.

 

Guardate quel "sacco di merda" e la sua non meno vomitevole compagna, che individuerete certamente nelle foto qui sotto, e ditemi se secondo voi debbono continuare ad uccidere i nostri animali o meritino di penzolare da una corda al posto dei coccodrilli appesi da Melissa Bachman!

Ragazza cresciuta come una Boscimane passeggia con i leoni e mette se stessa in pericolo con un gruppo di ghepardi
Ragazza cresciuta come una Boscimane passeggia con i leoni e mette se stessa in pericolo con un gruppo di ghepardi
Salviamo il bufalo !
Salviamo il bufalo !
Selvaggio fiume di sangue
Selvaggio fiume di sangue
La bestia umana !
La bestia umana !
Perchè ???
Perchè ???

 

 

 

Perchè ?

 

Why ?

Lascio a voi i commenti !
Lascio a voi i commenti !
Patetico !
Patetico !
Bracconaggio in Africa
Bracconaggio in Africa
Scarsi tiratori , ma veri e propri eunuchi !
Scarsi tiratori , ma veri e propri eunuchi !
Fottuti bastardi, macellai, rotti in culo, un pugno di vigliacchi !
Fottuti bastardi, macellai, rotti in culo, un pugno di vigliacchi !

Per concludere, chi non è troppo sensibile, può godersi in 15 minuti tutta  la bestialità acquisita da Pieter Bothma in  oltre 24 anni di esperienza professionale come vigliacco, fottuto bastardo, eunuco e sacco di merda.

 

Il tweet di Scott Dworkin con la foto di Donald Trump Jr. con la coda di un elefante appena ucciso
Il tweet di Scott Dworkin con la foto di Donald Trump Jr. con la coda di un elefante appena ucciso

6 dicembre 2017

Trump riapre la caccia all'elefante africano.

Zambia e Zimbabwe ringraziano.

 

“L’amministrazione Trump intende cancellare il divieto dell’era di Obama sull’importazione di trofei di elefanti dall’Africa. Ottime notizie per @DonaldJTrumpJr”. Così ha scritto in modo provocatorio, nel suo account Twitter Scott Dworkin. La CNN ha confermato che gli Stati Uniti hanno abolito le restrizioni all'importazione di trofei di elefanti dallo Zimbabwe e dallo Zambia.

Accompagnano i tweet una foto del figlio di Trump con la coda di un elefante appena ucciso nella mano sinistra e nella destra il coltello con il quale ha tagliato il trofeo.

Se sono buone notizie per il rampollo Trump, con il vizietto di sparare al più grande mammifero terrestre per divertimento oltre a quello di essere un vero e proprio eunuco, fottuto bastardo, macellaio, vigliacco e pure... rotto in culo... dimenticavo... sacco di merda, le notizie sono pessime per gli elefanti africani che faticosamente cercano di sopravvivere al bracconaggio internazionale e all'estinzione.

 

Negli Stati Uniti i pachidermi africani, come specie in via di estinzione, sono protetti dalla legge ma la legislazione americana permette al Fish and wildlife service (Fws) di autorizzare l’importazione di trofei se la caccia degli animali uccisi contribuisce alla sopravvivenza della specie. Infatti uno degli articoli dell’African Elephant Conservation Act del 1989 recita: “Non vi è alcuna prova che la caccia sportiva faccia parte del bracconaggio che contribuisce al commercio illegale di avorio dell’elefante africano, e vi sono prove che il corretto utilizzo di popolazioni di elefanti ben gestite fornisce un’importante fonte di finanziamento per il programma di conservazione degli elefanti africani”.

E proprio a questo articolo si affida Donald Trump che sembra voler fare un bel regalo a Donald Junior. Il presidente Usa ha cancellato in bando di Barack Obama nel quale, del 2015, aveva vietato l’importazione di trofei da Zimbabwe e Zambia perché non si avevano dati sufficienti sul numero e sulla protezione degli elefanti nei due Paesi africani. Con la cancellazione del divieto, permesso di importazione dei trofei (avorio compreso) è valido per tutti gli animali che sono stati cacciati in modo legale tra il 21 gennaio 2016 e il 31 dicembre 2018. Zimbabwe e Zambia, secondo le autorità degli Stati Uniti, hanno già dato l’approvazione.

 

Secondo un documento pubblicato dal Safari Club International in Zambia la caccia agli elefanti controllata può generare quasi $1 milione in tasse e, a causa delle restrizioni, nel biennio 2014-2015 ha portato nelle tasse dello stato $150 mila. Il 75 per cento di queste entrate è stato finalizzato, secondo questi servi lecca culi, a contrastare il bracconaggio, secondo me a foraggiare i corrotti.

 

La popolazione di elefanti africani continua a diminuire soprattutto a causa della caccia per contrabbando di avorio. Agli inizi del secolo scorso, in tutto il continente africano, se ne contavano milioni mentre oggi ne sono rimasti tra 319 mila e 600 mila. Stime dell’associazione Save the elefants dicono che in nove anni (2002-2010) si sia ridotta del 62 per cento e che in soli due anni (2010-2012), per l’avorio, siano stati uccisi 100 mila pachidermi. Secondo i dati dell’ong, lo scorso anno sono stati uccisi 33 mila elefanti. E a Nairobi, in Kenya, esiste il David Sheldrick Wildlife Trust , che ospita l’Orphan’s project, conosciuto come Orfanotrofio degli elefanti, un centro di accoglienza, recupero e riabilitazione per i cuccioli di elefante scampati all'uccisione della madre provenienti da tutto il Kenya.

by Africa Express (esclusi i commenti)

Per conoscere meglio lo Zimbabwe e gli Zimbabwesi, vedi il link Uccidere animali o bestie umane?

Rinoceronte ucciso per il suo corno in Sud Africa
Rinoceronte ucciso per il suo corno in Sud Africa

 

28 gennaio 2018

Ogni giorno in Sudafrica tre rinoceronti vengono ammazzati di frodo.

 

La buona notizia è che è diminuito il numero dei rinoceronti uccisi dai bracconieri in Sudafrica nel 2017. Quella cattiva è che ogni giorno quasi tre rinoceronti cadono vittime del bracconaggio per il loro corno. Ma nonostante la diminuzione dei capi uccisi, l’estinzione del grande mammifero è sempre più vicina.

Secondo dati del Dipartimento sudafricano per l’ambiente (South African Department of Environmental Affairs) divugati anche dall’ong TRAFFIC nel Rhino Program il 2014 è stato l’annus horribilis per i rinoceronti sudafricani: 1215 animali massacrati. Negli anni successivi sono diminuite le vittime di bracconaggio per arrivare al 2017 che ha contato 1.028 rinoceronti uccisi.

“Anche se nel 2017 è diminuito il numero degli animali uccisi – ha dichiarato Tom Milliken, responsabile del TRAFFIC’s Rhino Program – rimane ancora inaccettabilmente alto. Si tratta di una crisi continua senza sosta”.

 

L’80 per cento dei rinoceronti africani vive un Sudafrica e l’area di maggior bracconaggio è il Kruger National Park che, con 20 mila kmq è la più grande riserva dell’ex colonia britannica. Nel 2017 sono stati uccisi illegalmente 504 rinoceronti, diminuiti rispetto ai 662 del 2016 e ai 826 del 2015. La caccia di frodo si sta spostando ora nel KwaZulu Natal, a sud-est.

Eppure nel 2006 erano solo 13 i pachidermi ammazzati dai bracconieri, ma nei cinque anni successivi c’è stato un incremento del 5000 per cento a causa delle innumerevoli richieste dei mercati d’Oriente: soprattutto Cina e Vietnam ma anche Indonesia e altri Paesi del Sudest asiatico. Oggi, purtroppo, l’aumento è arrivato al 9000 per cento.

 

Quello del corno di rinoceronte è un mercato miliardario: viene stimato tra 80 e 230 miliardi di USD dove il prezzo della polvere, utilizzata soprattutto come medicamento che combatte il cancro, vale attorno ai 100 mila dollari al chilo, il doppio del prezzo dell’oro e il 20 per cento più cara dell’eroina.

 

Per fermare il bracconaggio, traffico di avorio e di corni di rinoceronte è indispensabile la lotta alla corruzione. David Mabunda, amministratore delegato di Ezemvelo KZN Wildlife: “ I livelli di corruzione crescente tra polizia, funzionari dell’immigrazione e altre forze dell’ordine e servizi professionali come i veterinari sono preoccupanti – ha confermato a TRAFFIC – Il numero di casi di corruzione nella gestione della fauna selvatica sta rendendo difficili i nostri sforzi”.

Il Dipartimento sudafricano per l’ambiente ha annunciato che sono state smantellate 35 reti di trafficanti che collegano i Paesi di transito (Swaziland, Mozambico, Namibia e Kenya) agli utilizzatori finali in Asia.

Intanto, per proteggere i pachidermi dalla strage in atto, c’è chi pensa a trasferirli in Australia. Ray Dearlove, sudafricano emigrato nel Paese dei canguri, nel 2013 ha fondato The Australian Rhino Project. In progetto prevede che in quattro anni ottanta rinoceronti bianchi (venti all'anno), possano essere trasferiti in un’area di 500 ettari nel Sud dell’Australia. “L’Australia somiglia al Sudafrica, non esiste corruzione e ha confini sicuri che non fanno uscire corni di rinoceronte”, dice Dearlove.

 

Sono cinque le specie di rinoceronti due africane e tre asiatiche: rinoceronte bianco (Ceratotherium simum), rinoceronte nero (Diceros bicornis), rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) e rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis). Tra le cinque specie, secondo dati della International Rhino Foundation, dai 500 mila di inizio ‘900, se ne contano oggi 29 mila. Se la strage di rinoceronti continua con questi ritmi, entro il 2024 questo grande mammifero sarà scomparso dalla faccia della Terra.

by Africa Express

Leone in gabbia in un allevamento sudafricano (Courtesy BloodLions®)
Leone in gabbia in un allevamento sudafricano (Courtesy BloodLions®)

 

2 settembre 2018

Sudafrica. La lucrosa industria dei leoni allevati in cattività venduti a pezzi.

 

Ma il leone non era tra le specie selvatiche protette? Certo, ma non quando è allevato in cattività. Con questo stratagemma, dal 2008 il Sudafrica fa un lucroso business derivante da trofei, denti, artigli e dalle ossa del “re della foresta”.
La denuncia arriva da diverse associazioni ambientaliste e da vari media tra i quali il National Geographic Magazine e il quotidiano britannico Independent che accusano l’ex Paese dell’apartheid di incoraggiare l’industria del maestoso felino africano.
La prova tangibile è che la ministra dell’Ambiente, Edna Molewa, lo scorso 16 luglio, senza nessuna consultazione pubblica, ha annunciato che nel 2018 l’export degli scheletri di leone passerà da 800 a 1500 all'anno. Una conferma della grande crescita della domanda.
La decisione di Molewa ha mandato su tutte le furie molte ONG che si sono schierate contro questo business. Le “fattorie” spesso hanno anche l’hotel dove gli ignari clienti possono essere fotografati con i leoni convinti che sia gli adulti che i cuccioli un giorno potranno tornare nel loro habitat naturale.
La popolazione dei leoni nel continente nero, dai 450 mila degli anni Quaranta si è ridotta ormai a circa 20-30 mila esemplari, minacciati quotidianamente dal bracconaggio. In Sudafrica i parchi nazionali ne ospitano 2.600 ma ci sono più leoni in cattività che liberi nelle savane. Nei 260 allevamenti dell’ex colonia britannica, secondo l'ONG Born Free, se ne contano oltre 8.000.
In un’inchiesta il quotidiano britannico Indipendent ha denunciato la truffa delle fattorie dei cuccioli di leone orfani. Tutto falso. Le leonesse vengono continuamente inseminate artificialmente e i piccoli, dopo pochi giorni sono allontanati dalle madri per diletto dei turisti che non vedono l’ora di farsi i selfie con i cuccioli.
Quando diventano più grandi, ma non ancora pericolosi, sono utilizzati per accompagnare i visitatori nelle passeggiate e quando sono adulti vanno incontro a un triste, amaro destino che niente ha a che fare con la savana africana. La “canned hunt” (letteralmente caccia in scatola) viene chiamata lo sporco segreto dell’Africa o la vergogna del Sudafrica. L’ “industria del leone” alleva la Panthera leo per offrire ai facoltosi turisti un macabro divertimento. Il fotogiornalista e ambientalista Ian Michler, in collaborazione con Humane Society International nel 2014 ha girato un Blood Lions (Leoni insanguinati) documentario di denuncia sul tema che ha fatto il giro del mondo.
È un crudele, atroce “sport” della serie “Ti piace vincere facile?”. Nella pratica diventa un tiro al bersaglio dove il leone, spesso drogato, è sbattuto in un’area ristretta e senza via di fuga. Dopo aver pagato diverse migliaia di USD, una volta uccisa la fiera, il “giocatore” (se così si può chiamare) se ne torna a casa soddisfatto dove può appendere la sua testa come trofeo sulle pareti del soggiorno della villa.
Questo tipo di caccia, secondo gli ambientalisti è definita immorale e anti etica e contribuisce ad aumentare il bracconaggio. Il report “Trophy Hunting by the Numbers” (I numeri dei trofei di caccia) dell’ong americana Humane Society International (HSI) conferma che per ammazzare un leone in cattività il costo oscilla tra 10 e 20 mila USD. HSI riporta che, solo negli Stati Uniti nella decade tra il 2005 e il 2015, sono entrati circa 5.600 trofei di leone africano. La maggior parte di questi provengono dal Sudafrica.
by Africa Express

 

La storia.

Blood Lions segue l'acclamato giornalista ambientalista e operatore di safari Ian Michler e il cacciatore americano Rick Swazey, nel loro viaggio per scoprire le realtà circa l'allevamento di predatori multimilionari e le industrie di caccia al leone in scatola in Sud Africa.
La storia spazza via le affermazioni fatte da questi operatori di caccia nel tentativo di giustificare ciò che fanno. Solo lo scorso anno oltre 800 leoni in cattività sono stati uccisi in Sudafrica, per lo più da ricchi cacciatori internazionali in condizioni che sono considerate tutt'altro che sportive.
Ian ha seguito questa storia dal 1999 e il film gli mostra di andare in questi allevamenti per testimoniare l'impatto che decenni di allevamento intensivo stanno avendo su leoni in cattività e altri predatori.
Aggressivi agricoltori e molti altri all'interno della comunità di caccia professionisti si risentono per le sue domande, ma la commercializzazione altamente redditizia dei leoni è facile da vedere - aumentano il reclutamento di volontari, la caccia al leone, la caccia in scatola e il commercio di ossa di leone. E tutti sono giustificati con il pretesto di conservazione, ricerca e istruzione.
In parallelo il film segue Rick, che acquista un leone sudafricano online dalla sua casa alle Hawaii. Quindi viaggia in Sud Africa per seguire il sentiero asfaltato da molti cacciatori in scatola.
Parliamo anche di cacciatori di trofei, operatori e allevatori, ma anche di ecologisti, esperti di conservazione e esperti di benessere degli animali in merito all'industria di caccia dei predatori.
Il film mostra nei dettagli intimi quanto sia redditizio allevare leoni e come le autorità e la maggior parte degli enti professionali di caccia e turismo siano diventati complici nel permettere alle industrie di prosperare.
C'è anche speranza nella nostra storia mentre copriamo gli ultimi sviluppi con il governo australiano che annuncia un divieto totale sull'importazione di tutti i trofei leone africano in Australia.

Mappa del 2016 del Wildlife Conservation Society(WCS) delle aree dell’Africa dove vive il leone (arancione) e dove è scomparso (rosso).
Mappa del 2016 del Wildlife Conservation Society(WCS) delle aree dell’Africa dove vive il leone (arancione) e dove è scomparso (rosso).

 

7 settembre 2018

Sudafrica e l’industria del leone in cattività: acquistati dall’Italia cinque trofei.

 

Anche dall'Italia sono stati acquistati cinque trofei di leone. Nel 2016 dal Sudafrica e dallo Zimbabwe. Sta scritto nel database di CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione). Ma non si può sapere se sono frutto di quello “sport” che si chiama “canned hunt”.
Il tiro a segno a un leone in gabbia che non ha vie di fuga per portarsi a casa un troppo facile e dispendioso trofeo (10-20mila USD) è solo uno degli aspetti del business dei leoni in cattività. Il guadagno più redditizio è però quello delle ossa, pelli, teschi, zampe, denti, artigli e crini della folta, regale criniera leonina.
Il governo sudafricano e gli allevatori dicono che la vendita legalizzata di pezzi di leone serve a proteggere gli esemplari in libertà dal bracconaggio. È venuto fuori poi che gli allevatori ingannano i volontari e i turisti, inconsapevoli del fatto che i cuccioli, una volta cresciuti, mai andranno a ruggire e cacciare liberi nelle savane. Saranno invece preziosissima merce venduta nei mercati del Sudest asiatico e della Cina.
La smentita dell’utilità degli allevamenti per eliminare la caccia di frodo arriva anche dal biologo Pieter Kat, direttore dell’ONG britannica LionAid. “Tutto ciò serve a favorire il commercio che va a scapito dei leoni selvaggi del Sudafrica – ha dichiarato in un’intervista al Conservation Action TrustStimolare il mercato asiatico sui prodotti di leone porta all'aumento della domanda che influenzerà i leoni in tutto il continente, favorendo il bracconaggio".
Secondo il biologo, in Sudafrica, un commerciante cinese paga uno scheletro di Pantera leo tra mille e duemila USD ma una volta in Asia vale oltre 20 mila UDS. Le ossa vengono polverizzate in modo da poter essere utilizzate nella medicina tradizionale orientale mentre denti e artigli sono usati in oreficeria.
Ma c’è anche la truffa. Secondo un documento firmato da Ban Animal Trading (BAT) e EMS Foundation, nel Sudest asiatico le ossa di leone, a insaputa del cliente finale, vengono vendute come ossa di tigre la cui polvere è utilizzata anche per preparare il tiger wine (vino di tigre).
La carenza di ossa di tigre, predatore in serio pericolo di estinzione (sul pianeta ne rimangono meno di 4000 esemplari) ha quindi fatto schizzare la domanda di ossa del felino africano.
In Asia il tiger wine è falsamente considerato un potente anti infiammatorio, ed è utilizzato per trattare disturbi che vanno dall’insonnia alla meningite, dalla malaria alle malattie della pelle. Per l’alto prezzo sul mercato (180 USD a bottiglia) è considerato uno status symbol che dà forza e vigore a chi lo beve.
Dall’analisi del DNA è possibile capire se la polvere ossea è di tigre o di leone ma è impossibile sapere se il leone era in cattività o ruggiva libero. E questo fa il gioco dei trafficanti e dei bracconieri.
L’ONG britannica Born Free ha da poco pubblicato il report “Contanti prima della protezione-Panoramica sull'allevamento per la caccia e il commercio di ossa di leone”. Il 98 per cento degli scheletri e le ossa del felino esportati legalmente dal Sudafrica finiscono nel mercato laotiano e vietnamita. È però dimostrato che il mercato legale del carcame osseo dei leoni sudafricani va di pari passo con il traffico illegale di avorio.
Il rapporto “Ossa della contesa: valutazione sul commercio sudafricano del leone africano, le ossa e altre parti del corpo” pubblicato dall’ONG Traffic dà numeri interessanti. Il commercio è iniziato nel 1998 ma è schizzato in alto soprattutto dopo il 2007: Cina, Vietnam, Laos, Myanmar e Thailandia hanno importato quantità crescenti di leoni, corpi di leone e ossa dal Sudafrica. Il numero degli scheletri di Panthera leo nei cinque Paesi era 50 nel 2008 ed è diventato 1.160 nel 2011. Il maggior importatore di parti di leone degli allevamenti sudafricani, nel 2017, risulta essere il Vietnam. I dati dell’archivio di CITES ci dicono che il Sudafrica ha venduto al Paese asiatico 814 corpi, 1.080 kg di ossa e 330 scheletri del grande felino.
Davanti al business dei leoni in cattività venduti a pezzi però sembra che il Sudafrica si stia dando la zappa sui piedi. Nell’ex colonia britannica, al Convegno “Allevamento dei leoni in cattività e la promozione dell’immagine del Sudafrica nella protezione dell’immagine del Paese”, lo scorso 21 agosto, le ONG EMS Foundation e Ban Animal Trading hanno presentato un documento nel quale i leoni in cattività sono un boomerang.
Un rapporto scientifico esaminato dall'Istituto per gli affari internazionali del Sudafrica rivela che, nei prossimi dieci anni, l’allevamento dei grandi felini in cattività potrebbe causare una perdita sull'attrattiva del turismo pari a un valore di 3,6 miliardi di USD. Forse non più è tanto conveniente.
by Africa Express

Cuccioli leone. Masai Mara
Cuccioli leone. Masai Mara

NATURA, AMORE e VITA

 

Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo. Leonardo da Vinci

 

Quanto più indifeso è un essere vivente, tanto più ha diritto di essere protetto dall’uomo, dalla crudeltà umana. La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui trattano gli animali. Nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per la sua avidità. Mahatma Gandhi

Il profondo rispetto religioso per ciò che sta al di sotto di noi include naturalmente anche il mondo degli animali ed impone all’uomo il dovere di rispettare e di salvaguardare le creature che sono poste al di sotto di lui. Johann Wolfgang Goethe

Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana. Albert Einstein

Fino a che ci saranno macelli, ci saranno anche campi di battaglia. Leone Tolstoj

Tutto ciò che l’uomo infligge agli animali ricade di nuovo su di lui. La terra dona ricchezza e cibo pacifico. Coloro che uccidono gli animali e ne mangiano le carni saranno più inclini dei vegetariani a massacrare i propri simili. Pitagora

La crudeltà nei confronti degli animali è l’opposto del dovere che l’uomo ha verso se stesso. L’uomo deve mostrare bontà verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini. Immanuel Kant

Abbi il coraggio di essere saggio! Smetti di uccidere gli animali! Orazio

Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà. Emile Zola

Se l’uomo moderno dovesse uccidere lui stesso gli animali di cui si serve come cibo, il numero di coloro che si cibano di vegetali e frutti crescerebbe a dismisura. Christian Morgenstern

L’epoca che abbiamo definito come epoca d’oro offriva in abbondanza i frutti degli alberi e le erbe che la terra ha fatto crescere. Ovidio

L’animale ha un cuore che percepisce, come te. L’animale ha il diritto di vivere, come te. Peter Rosegger

Rendere onore alla vita significa provare obbrobrio per l’uccidere. Ogni volta che un animale viene costretto a servire l’uomo, le sofferenze che subisce riguardano tutti noi. Albert Schweitzer

Che cosa ci possiamo aspettare da una religione se escludiamo la compassione per gli animali? Richard Wagner

L’alimentazione vegetariana rinforza il sistema immunitario. Sono vegetariano e non mi sono mai ammalato in modo serio. Bryan Adams

Molte razze che vivono cibandosi quasi esclusivamente di verdura, frutta e cereali, mostrano condizioni fisiche perfette e sono molto forti. Nikola Tesla

Ama gli animali, ama ogni pianta e ogni cosa! Se ami ogni cosa, il mistero di Dio ti si manifesterà in ogni cosa e alla fine abbraccerai tutto il mondo con amore! Feodor Dostojewski

Rammentiamo che gli animali sono i nostri fratelli inferiori e che noi abbiamo dei doveri verso di loro. Non li costringiamo a vivere una vita contro natura; lasciamoli muovere liberamente, vivere sani, e diamo ad essi il buon esempio. Romolo Mantovani

Quanto lo spirito è vivente nell’essere umano così è l’anima negli animali. Antonio Bigliardi

Se dici: "Dio creò gli animali affinché gli uomini potessero cibarsene"... non sei solo un somaro, sei anche uno sporco negro, un vigliacco e pure... rotto in culo! Stefano Negri